logo ANUU Migratoristi
ok
invio mail
ok

VARIE

ULTIMA ORA

ROCCOLANDO


(14/10/2025)

Storie di roccoli e roccolatori. Così si presenta questo nuovo lavoro bibliografico dedicato al mondo dei roccoli, strutture di un tempo utilizzate nella cattura degli uccelli e dislocate sul territorio del Nord Italia. Attraverso una prima raccolta di testimonianze l’autore mette in luce dati inediti sulla loro esistenza e di chi le ha utilizzate. Emergono tante vicissitudini di un passato legato a un mondo rurale e venatorio ricco di tradizioni antiche e avventure personali che ogni conduttore di questi magnifici impianti arborei ha voluto raccontare. La cultura dell’ornitologia di un tempo legata alla cattura e all’allevamento degli uccelli, che poi in molte strutture ha lasciato spazio alla scienza. In quest’ultimo contesto i roccoli sono diventati stazioni ornitologiche scientifiche che hanno un ruolo molto importante nello studio delle migrazioni del mondo alato. Tuttavia, ciò che colpisce di più del libro sono le testimonianze dei vecchi uccellatori e della loro vita vissuta in questi impianti per molti anni con l’intera famiglia poiché si trattava di lavoro per sostentamento. In ogni capitolo di riferimento emerge un quadro dettagliato di un mondo naif che ha seriamente rischiato di finire nel dimenticatoio. Il volume è storia. quella vera, quella semplice con le sue avventure tra problemi famigliari e gioie mattutine di prese giornaliere legate ai periodi dell’uccellagione, arte antica, un tempo lecita. Vi sono anche testimonianze di roccoli ormai scomparsi a causa di una economia in evoluzione che ha distrutto o modificato molti territori in nome del progresso. Un plauso va all’autore che si è impegnato alla raccolta di tanti dati preziosi con una serie di interviste mirate al risultato ottenuto e che va ad arricchire le già tante pubblicazioni storiche di altri scrittori appassionati dedicate al mondo dell’uccellagione. Roccolando (Giancelso Agazzi, Tecnograph Editore, pagg. 242) può essere richiesto al numero 035-19968575 oppure alla mail: info@tecnograph.me
(W.S.)


 

UNA NUOVA ALBA?
 


(02/10/2025)

Si frenino gli entusiasmi, non si ecceda in ottimismo, si moderi il volume della voce: tutto quel che si vuole, ma senza dubbio dobbiamo affermare come questa stagione venatoria 2025/26 si sia avviata sui binari di una molto maggiore regolarità e serenità che non in passato. Persino la deroga al fringuello è tornata a fare compagnia ai cacciatori capannisti nelle zone alpine e prealpine della Lombardia e della Provincia autonoma di Trento (malauguratamente, però, non nella Regione che ha avuto il merito di rimettere in moto un meccanismo arrugginito da quindici anni di stop, ossia la Liguria, bloccata dal TAR). La Puglia, dal canto suo, in sede cautelare ha ottenuto successo contro il ricorso con istanza di sospensiva promosso dagli animalisti avverso la deroga allo storno. Ricordiamoci altresì del fronte dei calendari venatori regionali, non totalmente pacifico ma senza dubbio molto meno tormentato rispetto agli anni addietro: istanze di sospensiva respinte dai TAR della Liguria (addirittura, andato subito a sentenza breve) e dell’Emilia-Romagna, calendari lombardo e siciliano nemmeno impugnati, contrariamente a quanto avvenuto da svariati anni a questa parte. Un po' meno bene nelle Marche e in Veneto con alcune disposizioni dei calendari sospese dai rispettivi TAR, ma tutto non avrebbe potuto filare liscio: vedremo come andrà a finire in sede collegiale di merito. Poi, o forse come primo punto in una scala d’importanza, dobbiamo evidenziare la vicenda dei valichi montani, scoppiata la scorsa primavera come un bubbone infetto in Lombardia, con serissimo rischio di ricadute nefaste in tutto il Paese. La politica amica della caccia, non può negarsi, si è mossa con ferrea decisione, bruciando tutte le tappe parlamentari per un’efficace modifica della legge 157/92 apportata con la legge 131/2025 “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” e, poi, anche a livello di giunta e consiglio regionale lombardo tramite i rispettivi atti. Ora, al vaglio delle Camere, c’è un DDL per una revisione organica della legge statale, che sicuramente vivrà un percorso irto di difficoltà e di rallentamenti, sul quale attendiamo di esprimerci allorché avrà compiuto qualche progresso. Però un testo c’è ed è formalmente in lavorazione. Insomma, sta andando meglio, molto meglio. Sono mancate, è vero, le catture dei richiami vivi; deve ancora concludersi (e non immaginiamo come) la procedura EU Pilot sui calendari venatori in atto da quasi tre anni; la commissione UE intenderebbe estendere il divieto delle munizioni in piombo a ogni forma di caccia, anche al di fuori delle zone umide. Insomma: in un panorama generale europeo che continua a essere percorso da alcuni nuvoloni temporaleschi, la situazione interna in questo periodo storico sta dimostrandosi favorevole. Non tutti i cacciatori avranno votato chi oggi governa l’Italia e ne tiene le redini anche in numerose Regioni, però sarebbe ingeneroso e irrealistico misconoscere l’impegno e la disponibilità di tali forze politiche nei confronti delle istanze del mondo venatorio: o, per meglio dire, nei confronti delle istanze di una gestione faunistico-venatoria più laica e meno dogmatica rispetto a quanto dimostrato (e non fatto) da tanti fra coloro che hanno governato nei precedenti 25 anni. Basterebbe il tema del “declassamento” del lupo per testimoniarlo. Auspicheremmo a questo punto più pragmatismo e minor dogmatismo anche negli uffici dell’UE, ma quelli sono ossi assai duri, di fatto sostenuti nei loro indirizzi dal Von der Leyen-bis scaturito dalle ultime elezioni europee: ci vorranno ancora pazienza, molta attenzione e altrettanta perseveranza nel mantenere la presa su tutti i temi caldi. Intanto, però, godiamoci questo mese di ottobre, il mese per eccellenza della caccia italiana tutta e di tutti gli appassionati, questa volta con un pizzico in più di benefico ottimismo. In bocca al lupo! (Palumbus)
 

IL PIACERE DELL’ATTESA



(29/08/2025)

Anche quest’anno l’apertura di una nuova stagione di caccia si avvicina.
Nel momento in cui scrivo queste righe è già iniziato il periodo di addestramento cani che io considero parte della stagione di caccia e mi godo assieme ai miei ausiliari alla ricerca di nuovi posti da scoprire ed esplorare.
Quando giunge questo periodo e l’apertura non è più solo un traguardo lontano, l’attesa del suo arrivo per me diventa un vero piacere.
Comincio a pianificare, completare gli ultimi preparativi, preparo la mia auto ad ospitare cani e attrezzature, verifico che cartucce mi sono rimaste. In pratica entro in “modalità caccia” e mi pesano meno anche i piccoli affanni di ogni giorno, tra lavoro, casa e famiglia. Credo che sia così un po' per tutti noi cacciatori, indipendentemente da che tipo di caccia si pratichi.
Comincio ad accantonare i problemi della caccia “parlata”, della politica, dei TAR e dei ricorsi per pensare solo a riprendere la caccia “cacciata” anche grazie all’impegno profuso da tutta la nostra Associazione per ricercare soluzione ai tanti problemi che assillano il nostro mondo.
Voglio essere ottimista e pensare che molti di questi problemi trovino veloce soluzione nelle competenti sedi politiche e governative dove verranno discusse le modifiche alla Legge n. 157/92 che da tanto tempo stiamo attendendo.
Voglio pensare che il problema valichi non sia più un problema, che richiami, prelievo in deroga, catture e roccoli tornino ad essere realtà consolidate per mantenere le nostre insostituibili tradizioni venatorie.
Ringrazio, per questo, tutte forze politiche e di governo ed i loro più attivi esponenti che hanno dimostrato, pur tra tante difficoltà, la volontà e l’impegno per garantire ascolto e risposte al mondo venatorio. 
Ringrazio anche tutta la nostra Associazione, i suoi Dirigenti ad ogni livello, tutti i soci e i nostri dipendenti per la tenacia e il lavoro svolto.
Godiamoci, quindi, il piacere di questa attesa della nuova stagione di caccia e come sempre vi giungano il mio saluto e i miei migliori auguri perché possiate viverla con serenità e soddisfazione, in piena sicurezza per voi e per gli altri.
Un grande abbraccio e un grandissimo in bocca al lupo a tutti.
Il Presidente
Marco Castellani
 

 

L’ABATE GIROLAMO GUARINONI
 



(29/07/2025)

L’abate Girolamo Guarinoni fu accademico, insegnante, poeta e cacciatore del ‘700 vissuto a Gorno (BG). La sua vita viene narrata nel libro di Francesco Zanotti, un giovane cacciatore ANUU appassionato della storia locale della provincia di Bergamo e, soprattutto, dei personaggi e delle sue realtà valligiane. Il libro rappresenta una ricostruzione dettagliata e documentata della vita e dell’attività di Guarinoni, figura colta e poliedrica del Settecento bergamasco, attiva tra Scanzo, Bergamo e il territorio circostante. Fu intellettuale raffinato, legato al suo tempo ma capace di dare voce anche al mondo rurale da cui proveniva. Il libro segue una impostazione cronologico-tematica, partendo dalle origini familiari e dal percorso ecclesiastico, fino ad approfondire il suo ruolo come docente presso il Collegio Mariano della Misericordia e membro fondatore dell’Accademia degli Eccitati (oggi Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo) nel 1749. Un capitolo importante è dedicato alla caccia, non solo come passione personale ma anche come tema letterario. Guarinoni scrisse, infatti, nel 1760 un poema sull’uccellagione, considerato oggi una sorta di “enciclopedia poetica” delle tecniche venatorie, i cui metodi, attrezzature e aspetti etici risultano essere, a distanza di oltre 250 anni, ancora sorprendentemente attuali. L’Abate Girolamo Guarinoni, un gornese del ‘700 di Francesco Zanotti, foto a colori e in b/n, pagg. 80, è disponibile presso la Cartolibreria Baccanelli di Gorno (Via Municipio 2, 24020 Gorno, tel. 035/707159).
 
 

LA CACCIA DEL FUTURO, TRA NOSTALGIA E INNOVAZIONE
 



(29/07/2025)

Un rapporto che ha attraversato secoli di evoluzione, ma che, nel prossimo futuro, vivrà una trasformazione radicale alla ricerca di un equilibrio tra uomo, tecnologia e natura.
Fucili intelligenti, droni ecologici, intelligenze artificiali integrate nei boschi: il cacciatore del domani sarà una figura ibrida, custode e gestore della biodiversità. Un’evoluzione inevitabile che cerca di preservare l’anima antica della caccia, pur adattandola ai tempi della sostenibilità. 
Allacciate le cinture di sicurezza e preparatevi a partire per un viaggio in un mondo sconosciuto, del quale oggi possiamo solo timidamente tratteggiare l’evoluzione.  Immaginare la caccia del futuro, è soprattutto un esercizio distopico, nel quale si mescolano nuove tecnologie, sostenibilità, etica ed equilibrio. Nel 2175, cioè tra circa150 anni, la caccia non sarà più solo un atto di sopravvivenza o un passatempo per pochi, sarà un’arte regolamentata di responsabilità ecologica, sorvegliata da tecnologie avanzate e da un’etica inedita che si fonda sulla sostenibilità. Saremo lontani dai giorni in cui cacciatori solitari si addentravano nelle foreste in cerca di prede.
Il territorio e l’ambiente si trasformeranno in una Rete sostenibile, tutto sarà strutturato come un vasto ecosistema artificiale e naturale, che rappresenterà nostro malgrado, il cuore pulsante di un nuovo approccio alla caccia. L’ambiente non sarà solo preservato, ma anche monitorato in tempo reale da un’intelligenza artificiale avanzata, che raccoglierà dati su ogni singolo albero, fiore, animale e perfino sul clima.
Ogni forma di vita nel nuovo ambiente sarà tracciata e monitorata, per garantire che l'equilibrio naturale non venga mai compromesso. Non si tratterà solo di prevenire l'estinzione delle specie, ma anche di prevenire la sovrappopolazione di alcune specie che potrebbero distruggere l’ecosistema.
In futuro la tecnologia e l’Intelligenza artificiale la faranno da padrone in tutte le attività umane, quindi anche nella caccia. Il cacciatore del futuro non sarà più un predatore solitario, ma un operatore integrato in un sistema di alta tecnologia.
Il cacciatore utilizzerà Fucili semi-senzienti, equipaggiati con sensori biometrici e algoritmi di riconoscimento che risponderanno agli stimoli fisici e mentali. Queste nuove armi saranno in grado di identificare l’età e lo stato di salute dell’animale cacciato, scegliendo di abbattere solo quelli che, secondo i dati ecologici, sono in equilibrio con il sistema. Un sofisticato sistema avanzato di feedback avviserà il cacciatore quando la preda non è adatta al prelievo, prima di consentire lo sparo, evitando così azioni dannose per l’ecosistema.
Oltre alla tecnologia di punta per la selezione e l’abbattimento, i cacciatori del futuro saranno equipaggiati con visori neuro-integrati che comunicheranno in tempo reale con il sistema forestale. L’intelligenza artificiale, guiderà i cacciatori nell’analisi delle tracce lasciate dalle prede, suggerendo traiettorie di caccia e avvertendo quando l’animale non è pronto a essere abbattuto o quando una specie a rischio di estinzione è nelle vicinanze.
Si utilizzeranno inoltre droni biocompatibili di ricognizione, che si evolveranno da semplici droni di ricognizione e sorveglianza, a entità semi-senzienti. Saranno equipaggiati con sensori avanzati, in grado di raccogliere dati in tempo reale sulla fauna, analizzare il comportamento degli animali e suggerire il miglior momento per l'intervento. Il loro design sarà completamente biocompatibile, e quindi non influenzeranno l'habitat o disturberanno gli animali durante le loro attività quotidiane.
I cacciatori indosseranno visori intelligenti neuro-integrati che andranno oltre il semplice campo visivo. Collegati direttamente al sistema nervoso, questi dispositivi ottimizzeranno le percezioni sensoriali e offriranno analisi in tempo reale delle tracce trasmettendo i segnali all'intelligenza forestale. Ogni cacciatore potrà "sentire" il bosco attraverso i visori, rilevando segni di disturbo o cambiamenti nell’ambiente circostante.
Alcuni cacciatori del futuro saranno anche dotati di impianti sensoriali di comunicazione silenziosa sub-cutanei, che consentiranno loro di sentire vibrazioni del terreno e altri segnali impercettibili ad orecchio nudo. Questi impianti collegati ai sistemi forestali permetteranno di comunicare con l’I.A. attraverso segnali nervosi, in modo silenzioso e discreto.
L’attività venatoria virerà altresì sulle tecnologie per il recupero e la conservazione, per prelevare in modo responsabile. Le carcasse degli animali abbattuti verranno trattate con tecnologie avanzate che ne preserveranno ogni singola parte, riducendo al minimo gli sprechi. Inoltre, i materiali biologici di risulta verranno utilizzati per rigenerare e migliorare l'ambiente circostante, alimentando la rete ecologica.
Tra 150 anni si affermerà un nuovo modello di relazione con la natura. La caccia del futuro non sarà più un'azione separata dalla nostra interazione con la natura, ma una pratica che farà parte di un più ampio sistema di gestione ecologica. Con l’avanzare della tecnologia e della scienza, l’umanità comprenderà che il vero dominio sulla natura non risiede nell’imporre la propria volontà, ma nel garantire che tutti gli esseri viventi possano coesistere in equilibrio.
Infine il cane da caccia del futuro sarà il frutto di programmi di selezione genetica avanzata, mirati a potenziare caratteristiche come la resistenza fisica, la capacità olfattiva selettiva e l'adattabilità a diversi habitat. L'integrazione con dispositivi tecnologici, come sensori biometrici, sistemi di localizzazione in tempo reale e interfacce di comunicazione, permetterà un'interazione più precisa e immediata con il conduttore, ottimizzando le performance venatorie nel rispetto del benessere animale.
Parallelamente all'evoluzione dei cani da caccia tradizionali, avremo anche dei cani robotici: piattaforme autonome equipaggiate con sensori multispettrali, sistemi di rilevamento termico, GPS avanzati e capacità di apprendimento automatico. Questi dispositivi, saranno progettati per operare in ambienti ostili, potranno supportare l'attività venatoria svolgendo compiti di ricerca, inseguimento o monitoraggio della selvaggina, garantendo precisione e riducendo il rischio di infortuni sia per gli animali sia per i cacciatori.
Adesso potete slacciarvi le cinture di sicurezza e allentare il nodo della cravatta, rilassatevi perché nessuno di noi vedrà tutto quello che vi ho raccontato fino adesso. Ed allora la domanda sorge spontanea: il nostro modo di andare a caccia sta scomparendo? Forse non subito, ma la strada è tracciata.
Personalmente non mi piace immaginare che nel prossimo futuro l’intelligenza artificiale regoli ogni angolo dei territori di caccia, che i droni sorveglino in silenzio e fucili intelligenti identifichino automaticamente la preda insieme a cani robot. Questa più che l’evoluzione della caccia è l’incarnazione di un mondo nuovo. Un mondo dove ogni passo è tracciato, ogni decisione è ponderata, e ogni atto, seppur fisico, è ormai filtrato dalla ragione della tecnologia.
Nel futuro, la caccia non sarà più soltanto istinto e sopravvivenza, ma un atto consapevole, governato da intelligenze artificiali e reti forestali senzienti. Eppure, in ogni battito del cuore, il cacciatore continuerà a cercare quel legame invisibile con la natura, che nessuna tecnologia potrà mai cancellare.
E, nonostante l'inevitabilità del cambiamento, c’è chi ancora come me è romanticamente affascinato dalla caccia tradizionale. Resto sempre un cacciatore solitario che in compagnia del mio amatissimo Red, mi addentro nel bosco, armato solo del mio fucile, con il cuore che batte forte al pensiero della preda che potrei incontrare. Amo l'odore della terra bagnata, il rumore di foglie calpestate, l’istinto che guida ogni mio movimento. Per me andare a caccia è qualcosa di più profondo e viscerale, qualcosa che parla direttamente alla mia natura più ancestrale.
Una sacralità quest’ultima che non appartiene solo alla bellezza di un incontro tra uomo e natura, ma alla consapevolezza che l’uomo non è più il padrone, ma parte di un ecosistema che deve essere preservato per le generazioni future. La caccia del futuro sarà pur sempre regolata da leggi precise e tecnologie avanzate, ma avrà sempre la sua solenne bellezza, quella di un uomo che, con rispetto, protegge il mondo naturale, invece di dominare su di esso. In questo, forse, risiede il vero significato della nostra evoluzione. (Giorgio Panuccio)
 
"Il vero cacciatore non è colui che uccide, ma colui che preserva."
 
 

IL PARADOSSO DEL FRINGUELLO

 


(02/07/2025)

Da qualche tempo, il Fringuello è tornato al centro della ribalta mediatica in seguito al ritrovato calcolo delle piccole quantità prelevabili in deroga a livello nazionale. Tutto origina da un contenzioso amministrativo promosso anni or sono da Regione Liguria sulla questione dell’assenza di tale calcolo, che Ispra per lunghissimo tempo ha motivata con l’impossibilità tecnica di conoscere la provenienza geografica delle popolazioni di uccelli in arrivo sull’Italia durante la migrazione autunnale e, quindi, di valutare correttamente quali fossero le quantità prelevabili compatibili con il principio di “piccole” che, ricordiamo, è uno dei criteri cardine per l’attuazione delle deroghe ai sensi della Direttiva Uccelli. Poi, nel 2024 è arrivata finalmente la pronuncia del Consiglio di Stato che ha dato ragione alla Liguria e sancito che Ispra dovesse procedere al calcolo come disposto dall’art. 19-bis della legge 157/92. Di fronte però a una reiterata contrarietà dell’istituto, la stessa Regione Liguria dapprima e, quasi a ruota, altre Regioni, hanno promosso richieste di parere che contenevano esse stesse una proposta di calcolo con tanto di metodologia annessa, cui in sostanza Ispra ha assentito. Ne sono scaturiti i 581.302 Fringuelli (tralasciamo qui di citare lo Storno) prelevabili a livello nazionale, da ripartirsi fra le Regioni interessate in sede di Conferenza Stato-Regioni. E siamo così giunti all’oggi, con la ripartizione effettuata e ratificata dalla Conferenza. Le Regioni interessate – una decina – mentre scriviamo stanno procedendo con l’adozione degli atti per la prossima stagione venatoria. Le polemiche ovviamente infuriano: da un lato ambientalisti e animalisti che paventano danni irreparabili alla biodiversità e nuove procedure d’infrazione contro l’Italia con multe salatissime a carico di tutti i cittadini, dall’altra il mondo venatorio che rigetta tali accuse ma pure si lamenta un po' perché non tutte le Regioni hanno aderito alla deroga. Riaffiorano così dal passato i polveroni mediatici dei primi anni 2000, con tutte le trite e ritrite argomentazioni dei pro e dei contro. Al centro c’è sempre lui, il Fringuello, suo malgrado eletto come “pietra dello scandalo” ancor oggi capace di scatenare emozioni forti e che, soprattutto, fa emergere un grande paradosso secondo il quale, a distanza di un ventennio, nessuno dei contendenti mostra di aver compiuto un passo in avanti. Gli avversari della deroga continuano a insistere sul peso del volatile che sarebbe minore di quello della cartuccia usata per abbatterlo, sul fatto che non è specie tra quelle cacciabili nell’UE, che il numero prelevabile sarebbe mostruoso, che il danno alla biodiversità sarebbe gravissimo. I propugnatori della deroga, invece, continuano a sostenerne la necessità per preservare le tradizioni venatorie, per tutelare le culture rurali regionali, per ridurre la pressione venatoria sui Turdidi. Tutte cose che, di qui e di là, leggevamo e sentivamo dire vent’anni or sono. Oggi però la centralità dei social nella comunicazione amplifica a dismisura i dibattiti rendendo pubblico ogni documento “segreto” e bisognerebbe tenerne conto, perché basta un clic dalla scrivania di casa per sconfinare dalla lotta alla deroga alla lotta contro la caccia in quanto tale: ed è ridicolo che il motivo scatenante ne sia proprio il Fringuello, la specie di avifauna più abbondante su scala continentale (in Europa stimate fra 150 e 200 milioni di coppie riproduttive), dallo stato di conservazione LC (Least Concern, minor preoccupazione) a livello globale, europeo e unionale, dal trend di popolazione Secure sul lungo periodo e che tecnicamente potrebbe essere cacciata in regime ordinario senza deroga (se, ovviamente, gli allegati alla Direttiva lo consentissero) con zero danni per la biodiversità. È ridicolo, ma sta avvenendo. Avviene proprio in un’epoca storica in cui lo stesso svolgimento dell’attività venatoria ha sempre meno certezze a causa di molteplici difficoltà giuridiche, dai continui ricorsi avverso i calendari venatori e le procedure EU Pilot sui medesimi e sul corretto recepimento del regolamento REACH per l’uso delle munizioni in piombo nelle zone umide, al divieto generalizzato di caccia sui valichi montani e alla precarietà dell’utilizzo dei richiami vivi, prigioniero di mille incertezze normative. Ecco il paradosso del Fringuello, uno spauracchio che ciclicamente ritorna a ricordarci la precarietà della situazione della caccia in Italia, persino dove le oggettive evidenze e i dati scientifici non lascerebbero spazio a incertezze, né a pessimismi. Ed è una lezione che dovremmo imparare.
(Palumbus)
 

ANSERIFORMI ITALIANI ED EUROPEI:
GUIDA AL RICONOSCIMENTO E AL COMPORTAMENTO
 
 


(10/05/2025)

Opera titanica composta da due volumi frutto di dieci anni di lavoro, ricerca, avventure e viaggi. Un riferimento certo per gli appassionati di ornitologia. Per ogni specie vi sono descrizioni accuratissime sull’habitat e sul comportamento. L’opera è una guida di riconoscimento composta da oltre 1.600 foto a colori che mostrano i vari abiti delle specie di Anatidae e i loro atteggiamenti peculiari e caratteristici. Lo scopo del libro è quello di aiutare all’identificazione degli individui del primo inverno o dei maschi in abito eclissale, delle femmine e delle varie classi di età. Le stupende immagini sono state tutte realizzate in ambiente naturale. Ornitologo, fotografo naturalista e documentarista, l’Autore ha collaborato a diversi progetti di tutela ambientale ed è stato anche curatore e responsabile dell’oasi LIPU di Torrile in provincia di Parma sino al 2012, ora diventata riserva naturale regionale. Per richiedere l’opera Anseriformi italiani ed europei, guida al riconoscimento e al comportamento (M. Ravasini, Tipolitotecnico srl, Sala Baganza, Parma, Vol. I e II, pagg. 1.010, foto a colori) contattare l’autore rhinomau2@gmail.com e per altre informazioni www.facebook.com/maurizio.ravasini.5
(Walter Sassi)
 

IL PREMIO INTERNAZIONALE AMBIENTE



(05/05/2025)

Durante la 66ª Assemblea nazionale si è proceduto all’assegnazione del XIV Premio Internazionale Ambiente, con il conferimento dei riconoscimenti e menzioni a diversi gruppi e organizzazioni. Il premio ha perfettamente interpretato lo slogan della nostra assemblea, dove “l’impegno e la determinazione” sono i principi base di tutte le nostre attività, per l’ambiente, la fauna e la biodiversità che svolgiamo su tutto il territorio nazionale, e che, mai più che ora, dobbiamo davvero attivare per portare a conoscenza dell’opinione pubblica tutto il nostro operato, che invece rimane quasi sempre condiviso solo tra di noi. Più precisamente, si è trattato di progetti focalizzati sulla prevenzione, recupero e riqualificazione ambientale, iniziative volte al sociale ed eventi per il mantenimento delle culture e le tradizioni locali.
Nello specifico:
1° Classificato
ANUU Migratoristi dell’Area metropolitana di Bari
Discariche a cielo aperto: La mappa della vergogna.  
Per la costanza e perseveranza nelle segnalazioni e monitoraggio della situazione delle macro e micro-discariche a cielo aperto a Bari e nell’hinterland del capoluogo Pugliese. I volontari dell’ANUU in collaborazione con i soci dell’organizzazione di volontariato Gens Nova si sono impegnati nel preservare l’ambiente e la fauna selvatica dall’inquinamento e dagli incendi. 
Le menzioni vanno a:
ANUUMigratoristi Palermo per la promozione e attuazione di progetti di sostegno sociale verso l’associazione Italiana Miastenia e Malattie Immunodegenerative Amici del Besta ODV - Sezione di Palermo.
Gruppi ANUUMigratoristi di Casnigo, Cazzano Sant’Andrea, Leffe e Vertova (BG) per la promozione e organizzazione dell’annuale Sagra degli Uccelli a Casnigo, per aver ospitato nel 2024 il Campionato italiano uccelli canori e per il mantenimento della cultura e le tradizioni locali, in ricordo anche di Don Giuseppe che rese disponibile il Santuario della SS. Trinità per l’organizzazione della Sagra del canto degli uccelli.
ANUUMigratoristi Campania per la promozione di eventi di beneficenza e donazioni a favore dell’Associazione Piccolo Grande Amore fondata dalla Famiglia Malafronte e per l’acquisto di uno spirometro per il Centro Clinico pediatrico NeMo di Roma. Un contributo è stato assegnato anche all’Associazione A’ Voce d’’e Creature guidata dal sacerdote anticamorra don Luigi Merola.
ANUUMigratoristi Reggio Calabria per la promozione di progetti di cultura scientifica divulgativa in due Istituti scolastici di Palmi (RC), il De Zerbi-Milone e il San Francesco su alcune specie selvatiche del territorio, con una relazione etologico-venatoria sulla Beccaccia (Scolopax rusticola) tenuta dal Vice Presidente Nazionale ANUUMigratoristi, Giorgio Panuccio.
Il premio, che ha cadenza annuale, assegna riconoscimenti e menzioni in occasione di ogni Assemblea nazionale, è aperto a Enti, Istituzioni scolastiche o culturali e Associazioni, anche estere, che si siano particolarmente distinte in un’ottimale gestione ambientale e faunistica, attraverso:

  • l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali rinnovabili
  • la riqualificazione di aree naturali degradate
  • la conservazione di paesaggi rurali peculiari
  • la realizzazione di interventi mirati di qualità a tutela della fauna e della flora con particolare riferimento a territori ove si eserciti l’attività venatoria.

Le adesioni al premio incoraggiano l’ANUU a proseguire su questa strada, sicuri che si tratti di un’iniziativa destinata a riscuotere sempre più consensi sia tra i nostri associati che presso altre organizzazioni, proprio per la centralità del tema trattato.
A tal fine, un ruolo ancor più importante può essere svolto dalla nostra struttura organizzativa a livello locale, provinciale e regionale. Infatti, grazie alla capillare presenza associativa sul territorio, possiamo promuovere e valorizzare ulteriormente questa iniziativa. Attendiamo progetti nuovi e numerosi!

 

CHIUSURA DELLA STAGIONE VENATORIA 2024-2025: ANDAMENTO COSTANTE NEL NUMERO DI INCIDENTI
 



(04/02/2025)

Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, prendono atto dei dati divulgati dall’Università degli Studi di Urbino nella Relazione sulla rilevazione delle vittime dell’attività venatoria 2024-2025. 
Dallo studio – frutto di un’accurata analisi della copertura mediatica relativa agli incidenti occorsi in ambito venatorio nel periodo che va dal 1° settembre 2024 al 30 gennaio 2025 – emerge che gli incidenti sono stati complessivamente 62, di cui 14 mortali. Su base annua, invece, il 2024 si conclude con 34 feriti, in calo di 19 unità rispetto all’anno precedente, che ne aveva contati 53.
La Cabina di Regia, da sempre attiva nella promozione di una cultura venatoria basata sulla sicurezza, rinnova con questa occasione il suo impegno verso una sempre più attenta attività di prevenzione rivolta al settore, incrementando il numero di corsi e attività formative orientanti a migliorare le condizioni di sicurezza del cacciatore durante le battute. L'obiettivo a tendere, infatti, rimane quello di ridurre a zero il numero di incidenti. Auspica, con l’occasione, che tutti gli attori del comparto facciano la propria parte per raggiungere insieme questo obiettivo.
Link alla ricerca condotta dall’Università di Urbino:
https://www.uniurb.it/comunicati/47252
 

GRUPPO CACCIATRICI BRESCIANE ANUU


(22/11/2023)

Il tutto nasce nel febbraio 2023, quando abbiamo ideato e concretizzato il gruppo “Cacciatrici bresciane ANUU” formato da sole donne, unite da una forte passione per l’attività venatoria, che vogliamo far conoscere sempre di più, soprattutto sotto il punto di vista di una “caccia al femminile”. Il nostro intento è quello di far capire che la caccia non è solo uscire con un fucile in spalle e uccidere animali selvatici, ma è una vera e propria passione, che viene tramandata di generazione in generazione. Abbiamo la fortuna di essere ragazze che praticano forme di caccia differenti e, tramite il racconto e la condivisione delle proprie esperienze, ognuna di noi riesce a meglio comprendere l’arte venatoria in tutte le sue sfaccettature. La caccia in forma vagante, non è altro che passare giornate in mezzo alla natura, in compagnia di amici e soprattutto dei propri amati cani che cercano con il loro fiuto di scovare il selvatico, perché la caccia è anche questo: vedere il proprio cane fiero di aver trovato il selvatico e gioire anche se non si torna a casa con la preda desiderata e tanto ricercata. Mentre per chi caccia da capanno, la vera soddisfazione è vedere i propri richiami vivi, che accuditi con fatica e dedizione tutto l’anno, riescono con il loro canto a far fermare i selvatici in migrazione e farli scendere sulla struttura dell’appostamento. A oggi siamo una quindicina che partecipano attivamente a questo gruppo e con il passare del tempo si sono instaurate nuove e forti amicizie che ci hanno quindi motivato ad iniziare nuovi progetti insieme. Il primo di questi, è stato indirizzato a un asilo nel paese di Sant’Agata sul Santerno (RA) in Emilia Romagna, costretto alla chiusura a causa della disastrosa alluvione avvenuta nel mese di maggio. Ci sembrava doveroso unire le nostre forze per permettere ai bambini di quel paese di tornare sorridere. Ad oggi abbiamo progettato e realizzato, con l’aiuto essenziale di “Toselli Irrigazione” e con il lavoro manuale di alcuni cacciatori di Concesio (BS), il nuovo impianto di irrigazione nel giardino dell’asilo, nello spazio dedicato ai giochi esterni. La prima idea che abbiamo avuto per concretizzare questa beneficenza è stata quella di mettere a disposizione la selvaggina da noi cacciata per organizzare una cena a scopo benefico e raccogliere offerte e donazioni. Abbiamo anche partecipato alla fiera della caccia di Gussago (BS), evento che rappresenta un piccolo ma grande capitolo di quella che è la storia venatoria nel Bresciano. La fiera si è svolta nelle giornate del 9 e 10 settembre e siamo riuscite, con l’aiuto di uno degli organizzatori, ad istituire un banchetto sul quale abbiamo esposto una serie di gadget che ci sono stati offerti da diversi enti noti in ambito venatorio. L’obiettivo della nostra partecipazione era quello di raccogliere ulteriori offerte, che sarebbero state poi aggiunte alla somma raccolta grazie alla “cinghialata”. Durante l‘evento però, ci siamo accorte che la nostra presenza aveva in realtà assunto un significato diverso, di condivisione e armonia. Abbiamo infatti avuto l’occasione di passare molto tempo fra di noi, rafforzando il nostro gruppo e mostrandoci agli altri insieme, con la nostra volontà e la nostra passione. Sono state tantissime le persone che anche solo con uno sguardo e un sorriso ci hanno rivolto la loro approvazione, dandoci l’impressione di essere viste come un simbolo positivo all’interno del mondo venatorio. Anche se non è mancato lo stupore negli occhi di qualcuno, nel vedere delle donne cacciatrici. Al di là del risultato ottenuto al termine della fiera di Gussago (BS), ciò che conta e che ci ha gratificato maggiormente, è stato l’aver provato a metterci in gioco nel nostro piccolo e fare qualcosa di diverso e, soprattutto, nuovo per tutte noi, dimostrando ancora una volta come una “semplice passione” possa unire. E anche se per molti è tuttora strano che vi siano donne praticanti la caccia, crediamo che insieme possiamo sfatare questo mito. Il nostro augurio è quindi quello di riuscire, in un futuro non troppo lontano, ad affermarci e a continuare a colorare sempre di più la disciplina venatoria, partendo, come sempre, dal sorriso di un bambino. (Cacciatrici bresciane ANUU)


UNO SPECIALE DEDICATO ALL’AVVOCATO GIOVANNI BANA
(14/07/2020)

È stata edita dalla Sereno S.r.l. di Milano una pubblicazione speciale sul compianto avvocato Giovanni Bana, il nostro storico Presidente onorario che ci ha lasciato il 20 marzo di questo terribile 2020 per colpa del subdolo nemico Covid-19. Grazie al contributo di amici, collaboratori, colleghi, familiari, sono state raccolte riflessioni, narrazioni, ricordi, messaggi di cordoglio, tutti a testimoniare la stima, l’ammirazione e l’affetto per uno straordinario uomo che indiscutibilmente ha fatto la storia. Nelle

trentasei pagine dello speciale dal titolo “GIOVANNI BANA, UNA VITA PER LA CACCIA IN ITALIA E IN EUROPA”
numerose immagini raccolte durante gli anni della sua incredibile storia corredano puntualmente i testi in memoria di un cacciatore, di un avvocato, di una persona dalle doti eccezionali che non si fermava mai dinnanzi a nulla. Un guerriero che ha lottato fino all’ultimo per i suoi ideali e per la sua amata caccia, senza mai arrendersi e incarnierando molti risultati. Abbiamo voluto conferirgli questo tributo perché il suo lavoro e il suo esempio non vadano dimenticati e possano servire da spunto propulsore per chi ha in mano il futuro dei cittadini-cacciatori italiani. La speciale pubblicazione può essere scaricata in formato elettronico dal link https://www.anuu.org/public/ckeditor/data/Speciale_Giovana-Bana.pdf
Top
COOKIE
Utilizziamo i cookie per assicurarti la migliore esperienza sul sito. I cookie ci permettono di garantire le funzionalità fondamentali per la sicurezza, la gestione della rete e l’accessibilità del sito. I cookie migliorano l’usabilità e le prestazioni attraverso varie funzionalità come ad esempio le impostazioni della lingua, i risultati delle ricerche e quindi migliorano la tua esperienza.
Se vuoi saperne di più clicca qui: Cookie policy
Indispensabili  
 locked
Funzionalità  
Performance