VARIE
ULTIMA ORA
TRA POCO SI VA …
(14/09/2023)
Cari Amici,
manca ormai poco all’avvio di una nuova stagione di caccia. Una nuova apertura si avvicina. Per me sarà la 44^, ma l’aspetto ancora come aspettavo la prima.
Il cielo sarà sempre lo stesso. Montagne, boschi, campagne, fiumi, laghi e paludi come sempre attenderanno quell’alba particolare per offrirsi a quanti, mossi da atavici istinti e mai sopite pulsioni, abbandoneranno i loro letti, i loro cari e le loro case per rispondere a un richiamo irresistibile, da soli o con altri membri umani del loro branco.
Si dormirà male e poco la notte della vigilia. Punteremo la sveglia per precauzione, anche se sappiamo destinata ad essere spenta ancor prima che suoni. Infine giungerà l’alba. L’alba di una nuova apertura.
Torneremo in azione inseguendo sogni e speranze sempre uguali ma sempre diverse e diventando un tutt’uno con montagne, boschi, campagne, fiumi, laghi e paludi che ci aspettano, con i loro selvatici, con i nostri cani o con i nostri richiami.
Nel rispetto delle regole della legge e della Natura coglieremo i suoi frutti dopo averli coltivati. Renderemo, così, più forte il suo albero, come una sapiente potatura fortifica gli alberi da frutto.
Sì, prenderemo delle vite, per ordine naturale delle cose, in attesa che la Natura faccia il suo corso e infine venga a reclamare anche le nostre, nell’eterno ciclo dell’esistenza di cui noi cacciatori siamo consapevoli di far parte e quindi non temiamo.
In bocca al lupo, cari Amici, prudenza e rispetto come sempre.
Certamente abbiamo ancora molti problemi da risolvere per recuperare diritti e certezze che ci sono state negate. Ma non dobbiamo demordere e invece continuare insieme a combattere per difendere la nostra passione, affrontando le nuove sfide che inevitabilmente si porranno e così poter vivere meglio tutte le stagioni che ancora ci attendono. Coraggio.
Un grande abbraccio.
Il Presidente
Marco Castellani
manca ormai poco all’avvio di una nuova stagione di caccia. Una nuova apertura si avvicina. Per me sarà la 44^, ma l’aspetto ancora come aspettavo la prima.
Il cielo sarà sempre lo stesso. Montagne, boschi, campagne, fiumi, laghi e paludi come sempre attenderanno quell’alba particolare per offrirsi a quanti, mossi da atavici istinti e mai sopite pulsioni, abbandoneranno i loro letti, i loro cari e le loro case per rispondere a un richiamo irresistibile, da soli o con altri membri umani del loro branco.
Si dormirà male e poco la notte della vigilia. Punteremo la sveglia per precauzione, anche se sappiamo destinata ad essere spenta ancor prima che suoni. Infine giungerà l’alba. L’alba di una nuova apertura.
Torneremo in azione inseguendo sogni e speranze sempre uguali ma sempre diverse e diventando un tutt’uno con montagne, boschi, campagne, fiumi, laghi e paludi che ci aspettano, con i loro selvatici, con i nostri cani o con i nostri richiami.
Nel rispetto delle regole della legge e della Natura coglieremo i suoi frutti dopo averli coltivati. Renderemo, così, più forte il suo albero, come una sapiente potatura fortifica gli alberi da frutto.
Sì, prenderemo delle vite, per ordine naturale delle cose, in attesa che la Natura faccia il suo corso e infine venga a reclamare anche le nostre, nell’eterno ciclo dell’esistenza di cui noi cacciatori siamo consapevoli di far parte e quindi non temiamo.
In bocca al lupo, cari Amici, prudenza e rispetto come sempre.
Certamente abbiamo ancora molti problemi da risolvere per recuperare diritti e certezze che ci sono state negate. Ma non dobbiamo demordere e invece continuare insieme a combattere per difendere la nostra passione, affrontando le nuove sfide che inevitabilmente si porranno e così poter vivere meglio tutte le stagioni che ancora ci attendono. Coraggio.
Un grande abbraccio.
Il Presidente
Marco Castellani

Lettera inviata al Governo in merito agli atti di vandalismo contro le strutture di caccia in Lombardia
(01/09/2023)
ULTERIORE FALLIMENTO RACCOLTA FIRME REFERENDUM ANTICACCIA
(28/07/2023)
Il tentativo di abolire la caccia attraverso un referendum è ancora una volta fallito. Il CADAPA (Comitato Antispecista Difesa Animali Protezione Ambiente) che aveva promosso la raccolta delle firme necessarie ad indire la consultazione popolare non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo.
Il 26 luglio 2023 ha gettato la spugna, allo scadere del termine di tre mesi, giustificando l'insuccesso con gli eventi climatici avversi che - parole dello stesso Comitato – hanno impedito di raccogliere le 500mila firme previste dalla Costituzione. Appare, pertanto, velleitario e non legittimo l’intendimento di quanto dichiarato dallo stesso CADAPA di protrarre fino a metà settembre la raccolta delle suddette firme.
Su tale modo di procedere le Associazioni Venatorie partecipanti alla Cabina di Regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia ed il CNCN Comitato Nazionale Caccia e Natura) confidano nella competente attività di controllo della Corte di Cassazione. Ad oggi comunque è da prendere atto del nuovo fallimento di azioni referendarie portate avanti da sedicenti Associazioni Anticaccia.
Le Associazioni riunite nella Cabina di Regia, sempre vigili sulla raccolta firme per il referendum anticaccia promossa dal CADAPA e da altre associazioni, al fine di verificare la regolarità delle procedure adottate, saranno, pertanto, attive nel portare evidenza di tali irregolarità alle istituzioni preposte al controllo, auspicando che la vicenda si risolva nel pieno rispetto delle pratiche legali.
La Cabina di Regia, con le sue attive componenti, continuerà inoltre a vigilare con la sua consapevole fiducia per la continuità
dell’esercizio venatorio nel rispetto dell’esistente normativa.
Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:
Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).
Contatti:
mail: cabina.regia.venatoria@gmail.com
tel. Segreteria: +39 06 54210529 (Comitato Nazionale Caccia e Natura)
Ufficio stampa H+K Strategies
Giulia Reale
Giulia.reale@hkstrategies.com
+39 366 6432601
Il 26 luglio 2023 ha gettato la spugna, allo scadere del termine di tre mesi, giustificando l'insuccesso con gli eventi climatici avversi che - parole dello stesso Comitato – hanno impedito di raccogliere le 500mila firme previste dalla Costituzione. Appare, pertanto, velleitario e non legittimo l’intendimento di quanto dichiarato dallo stesso CADAPA di protrarre fino a metà settembre la raccolta delle suddette firme.
Su tale modo di procedere le Associazioni Venatorie partecipanti alla Cabina di Regia (Federcaccia, Enalcaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia ed il CNCN Comitato Nazionale Caccia e Natura) confidano nella competente attività di controllo della Corte di Cassazione. Ad oggi comunque è da prendere atto del nuovo fallimento di azioni referendarie portate avanti da sedicenti Associazioni Anticaccia.
Le Associazioni riunite nella Cabina di Regia, sempre vigili sulla raccolta firme per il referendum anticaccia promossa dal CADAPA e da altre associazioni, al fine di verificare la regolarità delle procedure adottate, saranno, pertanto, attive nel portare evidenza di tali irregolarità alle istituzioni preposte al controllo, auspicando che la vicenda si risolva nel pieno rispetto delle pratiche legali.
La Cabina di Regia, con le sue attive componenti, continuerà inoltre a vigilare con la sua consapevole fiducia per la continuità
dell’esercizio venatorio nel rispetto dell’esistente normativa.
Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:
Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).
Contatti:
mail: cabina.regia.venatoria@gmail.com
tel. Segreteria: +39 06 54210529 (Comitato Nazionale Caccia e Natura)
Ufficio stampa H+K Strategies
Giulia Reale
Giulia.reale@hkstrategies.com
+39 366 6432601
ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI NEL PARCO REGIONALE
GALLIPOLI COGNATO PICCOLE DOLOMITI LUCANE
(18/07/2023)
É stato pubblicato un nuovo atlante ornitologico, risultato di un’indagine che dispone di una banca dati importante sulle specie nidificanti nel territorio del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. É il secondo atlante ornitologico della Basilicata, ma ancora molto vi è da fare per il territorio Lucano in quanto sono ancora pochi i lavori di sintesi che analizzano il popolamento dell’avifauna, mancando di fatto un vero e proprio atlante regionale. Il presente volume è ricco di informazioni fornite in modo accurato accompagnate da una variegata e professionale raccolta fotografica. Tali informazioni vengono presentate sotto forma di carte tematiche corredate da un testo descrittivo per ogni singola specie. Durante la ricerca svolta nel 2020, sono state censite ben 103 specie. Attraverso le mappe di distribuzione e i dati assunti, viene evidenziato come il territorio indagato sia importante sotto il profilo naturalistico e ornitologico. Anche questo atlante, come tutti quelli a oggi realizzati sul territorio nazionale, è uno strumento essenziale per comprendere lo status di alcune specie italiane, tassello di fondamentale importanza per una corretta gestione ambientale e la salvaguardia della biodiversità. Per richiedere il volume Atlante degli Uccelli Nidificanti nel Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane (E. Fulco, C. Liuzzi, F. Mastropasqua, E. Mallia, M. Delorenzo, Pag. 254, 230 foto a colori) contattare l’Ente Parco alla mail: Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, Loc. Palazzo snc -75011 Accettura (MT) , tel.: +39 0835 675015 – fax +39 0835 1673005, e-mail: info@parcogallipolicognato.it sito web: www.parcogallipolicognato.it (Walter Sassi)
LO SPARVIERE E IL RISCHIO DI PREDARE I CORVIDI
(18/07/2023)
Lo Sparviere (Accipiter nisus) uccide e si nutre soprattutto di passeriformi di medie o piccole dimensioni, come ad esempio la Capinera (Sylvia atricapilla). Infatti, per un predatore delle dimensioni di questo falchetto, catturare una preda è, a volte, un grande rischio che può avere conseguenze fatali. Leggendo nella bibliografia si scopre che un chiaro esempio ci viene fornito da un esemplare di questa specie che voleva predare una Gazza (Pica pica) vicino a Bergen in Norvegia nel marzo 2006 pagando con la vita la sua aggressione. La scena, osservata dall’ornitologo Ingvar Byrkjedal, ha avuto luogo nei pressi di un pendio boscoso. Mentre il rapace aggrediva il corvide, imprigionandolo con i suoi artigli, una lotta violenta si scatenò tra i due uccelli, e la Gazza iniziò a strappare le piume del rapace reagendo, poi, a colpi di becco e ferendolo al tarso sinistro. Durante la lotta la Gazza emetteva un basso pigolio accresciuto poi in forma rauca diventando un vero proprio richiamo di allarme, attirando così altri tre congeneri. Uno di loro, a quanto pare un grosso maschio, saltando dietro il falco riuscì a strappare le piume della coda, senza provocare alcuna reazione da parte del predatore. Nel frattempo la Gazza intrappolata tra gli artigli cercò di respingerlo con la zampa. Perdendo il controllo e l’equilibrio i due soggetti rotolarono per oltre mezzo metro lungo il pendio. In questo contesto lo Sparviere si fermò in posizione scomoda. Dopo 20 minuti di combattimento Il falco rimase impigliato tra i ramoscelli sul terreno, permettendo alla Gazza di reagire. Il rapace sembrava esausto e la sua vittima, approfittando della situazione, iniziò a beccarlo con forza volando, poi, via. Un'ora dopo il falco fu ritrovato morto. Ingvar Byrkjedal analizzando il suo corpo scoprì la presenza di un foro profondo 7 mm dietro alla scapola sinistra. Questa lesione aveva raggiunto il polmone sinistro. Il suo tarso sinistro era rotto e i muscoli sotto-ala erano stati gravemente feriti. Lo Sparviere era una femmina adulta in cattive condizioni fisiche, con una lunghezza totale di 355 mm e un peso di soli 222 grammi. Aveva poco grasso sottocutaneo e dei muscoli pettorali erano sottosviluppati. Normalmente, al termine dell'inverno, il peso medio di uno Sparviere femmina è vicino ai 280 grammi e sebbene cacci soprattutto passeriformi di piccole o medie dimensioni, come Capinere, Passeri e Tordi, può anche affrontare prede più grandi, come il Colombaccio (Columba palumbus), la Beccaccia (Scolopax rusticola) e il Chiurlo (Numenius arquata). La Gazza può pesare 200-250 grammi ed è quindi considerata una preda di grandi dimensioni. Inoltre, i corvidi sono specie raramente cacciati dal piccolo accipitride. Basti pensare che su 532 Sparvieri osservati in attività di predazione in Norvegia dallo studioso Hagen (1952) solo tre hanno ucciso la Gazza, e solo due di loro erano femmine. L'osservazione di Byrkjedal Ingvar mostra quanto sia rischioso per un piccolo rapace come lo Sparviere cacciare i corvidi. (Walter Sassi)
ALLA SCOPERTA DEL ROCCOLO DI COSTA PERLA
da Roccolo a Stazione Ornitologica e Museo
(12/07/2023)
É stato pubblicato il volume che parla della storia del prestigioso e antico roccolo di Costa Perla, posto nel territorio comunale di Galbiate in provincia di Lecco e acquistato dal Parco regionale del Monte Barro nel 1987 per trasformarlo in Stazione ornitologica. Tale trasformazione è stata voluta dalla Regione Lombardia e rappresenta l'unico esempio di riconversione di una uccellanda tradizionale in centro scientifico a opera di un ente pubblico e per realizzarvi una sezione staccata del Museo Etnografico dell’Alta Brianza (MEAB). Nelle sue pagine, viene anche descritto l’affascinante mondo della migrazione degli uccelli e vengono riportate le attività di inanellamento che vi vengono svolte con i dati relativi alle quasi 40.000 catture effettuate a Costa Perla dal 1990 a oggi. Costa Perla non è solamente un centro di studio delle migrazioni degli uccelli, ma anche un luogo bellissimo e ricco di storia aperto al pubblico e in particolare alle scolaresche. Il volume si apre con l’introduzione di Paola Golfari, presidente del Parco. Nelle pagine a seguire il lavoro degli autori, Federico Bonifacio e Gianpiero Calvi e di Agostino Cesana, l’ultimo roccolatore di Costa Perla. Il volume Alla scoperta di Costa Perla (Ed. Parco Monte Barro, Stampa Cattaneo Paolo Grafiche, pagg. 120, foto a colori) può essere richiesto contattando l'Ente Parco Monte Barro alla mail: info@parcobarro.it oppure vistando il sito:
www.parcobarro.it
www.parcobarro.it
www.parcobarro.it
www.parcobarro.it

MARTINA BARTOLOMEI
(12/07/2023)
Vi ricordate di Martina Bartolomei? Figlia di un nostro dirigente e anch’essa nostra associata, si è dedicata fin da giovanissima al tiro a volo e oggi fa parte della squadra sportiva dell'Aeronautica Militare. Ebbene quella ragazzina, oramai donna, eccellente tiratrice e di comprovate capacità, è Campionessa europea di tiro a volo nello skeet aggiudicandosi il primo pass olimpico ai Giochi Europei di Cracovia per l’Italia. A questo punto, possiamo solo sperare che voli dritta a Parigi 2024. Brava Martina!

ADDIO CARISSIMO MAZZA
(16/06/2023)
Ieri, 15 giugno 2023, Franco Mazza, Presidente regionale dell’Emilia Romagna e Membro del Comitato Esecutivo ANUUMigratoristi ci ha prematuramente lasciati.
L’ANUU ha perso così un altro grande Amico e un altro grande dirigente, un’altra persona speciale che tanto ha dato all’Associazione, agli associati e alla caccia sia sul piano professionale, che umano. Mazza era una persona tenace e affrontava ogni situazione con passione e caparbietà, doti acquisite anche nel corso della sua professione di poliziotto. Nella Polizia di Stato da 34 anni, era addivenuto all’incarico di sostituto commissario alla Questura di Piacenza. Il nostro più accorato pensiero e la nostra più calorosa vicinanza vanno alla moglie, Signora Monica, al figlio Lorenzo e a tutti i suoi cari in un momento così tragico per la Famiglia Mazza. Ci fa piacere ora pensarlo in Paradiso alle prese con una bella chiacchierata con l’avv. Giovanni Bana, con Domenico Grandini e con tutti gli altri grandi dirigenti della nostra associazione che sono andati avanti. Addio carissimo Mazza.

L’ANUU ha perso così un altro grande Amico e un altro grande dirigente, un’altra persona speciale che tanto ha dato all’Associazione, agli associati e alla caccia sia sul piano professionale, che umano. Mazza era una persona tenace e affrontava ogni situazione con passione e caparbietà, doti acquisite anche nel corso della sua professione di poliziotto. Nella Polizia di Stato da 34 anni, era addivenuto all’incarico di sostituto commissario alla Questura di Piacenza. Il nostro più accorato pensiero e la nostra più calorosa vicinanza vanno alla moglie, Signora Monica, al figlio Lorenzo e a tutti i suoi cari in un momento così tragico per la Famiglia Mazza. Ci fa piacere ora pensarlo in Paradiso alle prese con una bella chiacchierata con l’avv. Giovanni Bana, con Domenico Grandini e con tutti gli altri grandi dirigenti della nostra associazione che sono andati avanti. Addio carissimo Mazza.
CARNE DI SELVAGGINA:
AMMINISTRAZIONI, CACCIATORI E NUOVE CONSAPEVOLEZZE
(18/05/2023)
Dall’importante III Congresso nazionale sulla filiera delle carni di selvaggina selvatica, svoltosi di recente presso Palazzo Trinci a Foligno, su iniziativa della Società Italiana di ecopatologia della fauna, dell’Associazione Italiana veterinari igienisti e degli Istituti Zooprofilattici sperimentali, è scaturito un chiarissimo messaggio: la filiera deve essere incentivata, perché ha tutte le caratteristiche di qualità necessarie per esser valorizzata e perché il mercato potenziale per la carne di provenienza naturale è molto vasto e garantirebbe la sostenibilità economica dell’attività per tutti gli attori, dai cacciatori/operatori, agli intermediari e ai consumatori e ristoratori. La selvaggina è già presente nei menu di buona parte della ristorazione nostrana, ma sconta alcuni punti deboli da sanare, tra i quali la difficoltà di reperimento, derivante dalla scarsa consapevolezza del proprio ruolo dimostrata dal cacciatore medio italiano: nel senso dell’inconsapevolezza che diventare produttore primario di carne, tramite la formazione disposta dai regolamenti comunitari del settore, costituirebbe una valorizzazione indiscutibile del proprio profilo agli occhi della collettività, oltre a innescare un circolo virtuoso per l’economia delle filiere corte che oggi tanto vanno di moda. Nel caso in questione, però, si va ben oltre le mode. Le carni degli animali selvatici sono le più genuine, sane, digeribili, ricche in proteine e povere di grassi che circolino sul pianeta. Si parla sempre degli ungulati, ma non si dimentichino la piccola selvaggina stanziale e l’avifauna, per la quale vanno comunque tenute a mente le limitazioni alle specie commercializzabili come disposte dalla Direttiva 2009/147/CE. Non si tratta di ostacoli insormontabili, ma certamente il rispetto delle norme, in ogni caso importante ai fini della conservazione della risorsa rinnovabile costituita dalla fauna selvatica, è ancor più prevalente allorché ci sono di mezzo di mezzo l’igiene e la salubrità degli alimenti destinati al consumo umano. Contesto che esige l’emersione del mercato nero di queste carni, la cui esistenza non può essere negata né sottaciuta, affinché non si leggano poi notizie di intossicazioni di massa o peggio (come è già avvenuto). Oggi, nonostante la riconosciuta rilevanza di questa filiera, il cui sviluppo offrirebbe un mercato anche alla carne proveniente dalle attività di controllo faunistico (seppur ciò richieda degli adeguamenti alle norme vigenti), occorrerebbero però nuove figure, finora assenti sia dalla legge 157/92 che dalla legge 394/91, che ad esempio il Commissario straordinario alla PSA Vincenzo Caputo, individuerebbe nei “bioregolatori”: operatori faunistici, non solo e non necessariamente cacciatori, che si dedichino professionalmente al prelievo delle specie selvatiche richiedenti un controllo demografico o territoriale, a tutela della salute pubblica, delle colture e delle stesse biocenosi. Il pensiero, oggi, va subito al cinghiale, vista l’emergenza PSA che si sta faticando a contrastare, ma ciò non esclude affatto altre specie di Ungulati e non soltanto quelli. Frattanto, le amministrazioni (Stato e Regioni innanzitutto) dovranno impegnarsi maggiormente in direzione di un coordinamento intersettoriale, perché non è ragionevole né sensato procedere a compartimenti stagni, allorché una buona gestione della fauna selvatica esige la cooperazione tra i diversi livelli e le differenti competenze necessarie. Insomma, le nuove sfide per un’alimentazione più sana e sostenibile, potranno transitare anche attraverso la caccia e la selvaggina, a patto che tutti i soggetti interessati, cacciatori in primis ma non solo loro, accettino la sfida con quel pizzico di entusiasmo e apertura mentale indispensabili nell’affrontare ogni nuova avventura. (Palumbus)
UN ACCORDO PER LA CACCIA E I CACCIATORI
(18/04/2023)
Sottoscritto da Federazione Italiana della Caccia e ANUUMigratoristi un Protocollo di Intesa volto ad aumentare l’impegno unitario per la realizzazione di azioni a tutti i livelli a tutela e promozione del mondo venatorio. Una iniziativa aperta all’adesione delle altre Associazioni.
Roma, 18 aprile 2023 – È stato firmato pochi giorni fa, lo scorso 14 aprile, dal Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi e da quello di ANUUMigratoristi Marco Castellani un Protocollo di Intesa che vede le strutture delle due Associazioni venatorie riconosciute impegnate a dare ulteriore vitalità alla collaborazione per imprimere ulteriore impulso sul territorio e a tutti i livelli alla realizzazione di iniziative unitarie per la caccia e di servizi per i rispettivi tesserati.
Alla base dell’accordo la consapevolezza della necessità di far evolvere l’impegno comune realizzato all’interno della Cabina di regia nazionale, anche per rafforzare il percorso unitario tra di esse e fra le Associazioni che vorranno condividere contenuti e finalità, ma anche condivisione in entrambe le Associazioni delle linee politiche e di azione volte a recuperare i valori della ruralità e la valorizzazione di tutte le forme di caccia sostenibile, contrastando ogni strumentale limitazione sia normativa che pratica.
Fra i punti che Federcaccia e ANUUMigratoristi condividono troviamo la necessità di una non più rimandabile rivisitazione razionale e non ideologica della normativa nazionale e regionale sulla caccia e sulle aree protette, che possa garantire un modello di governance ambientale e faunistico venatoria su tutto il territorio nazionale. La ferma richiesta dell’adozione di calendari venatori con tempi e specie secondo le diverse realtà territoriali che vedano la corretta applicazione di quanto previsto dalla 157/92, dalla Direttiva Habitat e dei Key concept comunemente definiti a livello dei Paesi europei e che definiscano anche il prelievo in deroga e l’utilizzo dei richiami vivi di cattura.
Il potenziamento e sviluppo degli studi scientifici in campo faunistico e agroambientale; un miglioramento qualitativo dei rapporti col mondo agricolo per la valorizzazione del sistema rurale con ricadute positive sulla fauna selvatica; la formazione e riqualificazione dei quadri dirigenti e il maggior coinvolgimento e promozione dell’attività venatoria nella società e in particolare fra i giovani a partire dall’età scolare, sono altri temi condivisi sui quali si concentreranno gli sforzi comuni delle due Associazioni.
Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia - ANUUMigratoristi
Roma, 18 aprile 2023 – È stato firmato pochi giorni fa, lo scorso 14 aprile, dal Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi e da quello di ANUUMigratoristi Marco Castellani un Protocollo di Intesa che vede le strutture delle due Associazioni venatorie riconosciute impegnate a dare ulteriore vitalità alla collaborazione per imprimere ulteriore impulso sul territorio e a tutti i livelli alla realizzazione di iniziative unitarie per la caccia e di servizi per i rispettivi tesserati.
Alla base dell’accordo la consapevolezza della necessità di far evolvere l’impegno comune realizzato all’interno della Cabina di regia nazionale, anche per rafforzare il percorso unitario tra di esse e fra le Associazioni che vorranno condividere contenuti e finalità, ma anche condivisione in entrambe le Associazioni delle linee politiche e di azione volte a recuperare i valori della ruralità e la valorizzazione di tutte le forme di caccia sostenibile, contrastando ogni strumentale limitazione sia normativa che pratica.
Fra i punti che Federcaccia e ANUUMigratoristi condividono troviamo la necessità di una non più rimandabile rivisitazione razionale e non ideologica della normativa nazionale e regionale sulla caccia e sulle aree protette, che possa garantire un modello di governance ambientale e faunistico venatoria su tutto il territorio nazionale. La ferma richiesta dell’adozione di calendari venatori con tempi e specie secondo le diverse realtà territoriali che vedano la corretta applicazione di quanto previsto dalla 157/92, dalla Direttiva Habitat e dei Key concept comunemente definiti a livello dei Paesi europei e che definiscano anche il prelievo in deroga e l’utilizzo dei richiami vivi di cattura.
Il potenziamento e sviluppo degli studi scientifici in campo faunistico e agroambientale; un miglioramento qualitativo dei rapporti col mondo agricolo per la valorizzazione del sistema rurale con ricadute positive sulla fauna selvatica; la formazione e riqualificazione dei quadri dirigenti e il maggior coinvolgimento e promozione dell’attività venatoria nella società e in particolare fra i giovani a partire dall’età scolare, sono altri temi condivisi sui quali si concentreranno gli sforzi comuni delle due Associazioni.
Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia - ANUUMigratoristi
CASTELLANI: SPARVOLI SU AB PRENDE LUCCIOLE PER LANTERNE
(28/02/2023)
Ho letto, restando esterrefatto, il comunicato di Paolo Sparvoli in merito al convegno intitolato “Custodi delle biodiversità” organizzato da AB Agrivenatoria Biodiversitalia, Coldiretti, Federparchi e Fondazione UNA lo scorso venerdì 24 febbraio a Roma.
Sparvoli, mantenendo l’incomprensibile posizione già assunta questa estate, paventa che gli organizzatori di questo convegno stiano tramando per arrivare all’abrogazione dell’art. 842 del codice civile mettendo a rischio le fondamenta dell’attuale sistema di organizzazione della caccia in Italia.
Non solo: Sparvoli accusa anche le Associazioni venatorie che hanno partecipato al convegno, poiché invitate, di essere anche loro promotrici dello stesso obiettivo, ossia l’abrogazione dell’art. 842, minacciando infine di non sedersi più allo stesso tavolo con loro, evidentemente riferendosi alla Cabina di Regia coordinata dal CNCN.
Poiché io ho personalmente (e con vivo piacere) partecipato al convegno incriminato, mi sento in dovere e pienamente legittimato a replicare a tali assurde accuse ribadendo quanto già da me dichiarato qualche mese fa.
Sparvoli, in realtà, prende lucciole per lanterne. Io, nell’elenco degli obiettivi di AB, non vedo rischi, non vedo “riservisti” contro tutti, non vedo intenzioni di privatizzazione globale della caccia, ma vedo invece molti dei punti che, come peraltro ripetutamente già proposto dalla mia Associazione, dovrebbero caratterizzare un programma concreto dell’Associazionismo venatorio italiano, unito e riunito per fare sistema e vincere le tante sfide cui è da tempo chiamato.
Vedo un programma che, a mio modesto avviso, se realizzato come annunciato, con le capacità comunicative e di rappresentanza messe in campo da Coldiretti, non potrà che far bene a tutta la caccia, in tutte le forme in cui essa è praticata e per questo non dovremmo attaccare ma invece ringraziare e collaborare con i proponenti.
Forse Sparvoli dovrebbe prestare più attenzione agli impegni pubblicamente presi dal Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e da tutti gli altri partecipanti al convegno e ribaditi nei comunicati stampa post convegno.
Ma sicuramente Sparvoli non deve più permettersi di accusare e insultare immotivatamente le Associazioni che non condividono le sue idee basate solo su presunzioni, timori, ansie, sospetti ed ideologie che provengono da un modo di vedere le cose strettamente legato ad un passato da superare per il vero bene della caccia in Italia.
Sparvoli, mantenendo l’incomprensibile posizione già assunta questa estate, paventa che gli organizzatori di questo convegno stiano tramando per arrivare all’abrogazione dell’art. 842 del codice civile mettendo a rischio le fondamenta dell’attuale sistema di organizzazione della caccia in Italia.
Non solo: Sparvoli accusa anche le Associazioni venatorie che hanno partecipato al convegno, poiché invitate, di essere anche loro promotrici dello stesso obiettivo, ossia l’abrogazione dell’art. 842, minacciando infine di non sedersi più allo stesso tavolo con loro, evidentemente riferendosi alla Cabina di Regia coordinata dal CNCN.
Poiché io ho personalmente (e con vivo piacere) partecipato al convegno incriminato, mi sento in dovere e pienamente legittimato a replicare a tali assurde accuse ribadendo quanto già da me dichiarato qualche mese fa.
Sparvoli, in realtà, prende lucciole per lanterne. Io, nell’elenco degli obiettivi di AB, non vedo rischi, non vedo “riservisti” contro tutti, non vedo intenzioni di privatizzazione globale della caccia, ma vedo invece molti dei punti che, come peraltro ripetutamente già proposto dalla mia Associazione, dovrebbero caratterizzare un programma concreto dell’Associazionismo venatorio italiano, unito e riunito per fare sistema e vincere le tante sfide cui è da tempo chiamato.
Vedo un programma che, a mio modesto avviso, se realizzato come annunciato, con le capacità comunicative e di rappresentanza messe in campo da Coldiretti, non potrà che far bene a tutta la caccia, in tutte le forme in cui essa è praticata e per questo non dovremmo attaccare ma invece ringraziare e collaborare con i proponenti.
Forse Sparvoli dovrebbe prestare più attenzione agli impegni pubblicamente presi dal Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e da tutti gli altri partecipanti al convegno e ribaditi nei comunicati stampa post convegno.
Ma sicuramente Sparvoli non deve più permettersi di accusare e insultare immotivatamente le Associazioni che non condividono le sue idee basate solo su presunzioni, timori, ansie, sospetti ed ideologie che provengono da un modo di vedere le cose strettamente legato ad un passato da superare per il vero bene della caccia in Italia.
Cabina di Regia mondo venatorio su dati dell’Università di Urbino su incidenti in ambito caccia
CONFERMATO IL TREND DI DECREMENTO DI INCIDENTI E DECESSI; RESTA L’OBIETTIVO ZERO NEL LUNGO PERIODO
(01/02/2023)
Le associazioni venatorie riconosciute Federcaccia, Enalcaccia, Arcicaccia, ANLC, ANUUMigratoristi, Italcaccia, e il CNCN - Comitato Nazionale Caccia e Natura, riunite insieme nella Cabina di Regia del mondo venatorio, commentano positivamente i dati divulgati dall’Università degli Studi di Urbino, che confermano il trend di graduale calo del numero di decessi e feriti durante l’attività venatoria negli ultimi anni.
Dall’analisi dell’Università di Urbino emerge, infatti, che nel periodo che va dal 1° settembre 2021 al 31 gennaio 2022 gli incidenti sono stati complessivamente 62, un numero inferiore rispetto alla stagione precedente, in cui ne sono stati registrati 74. Si rileva, dunque, un netto decremento negli ultimi 5 anni: si è passati, infatti, da 18 decessi nel 2017 a 11 nel 2022, e da 63 feriti nel 2017 a 53 nel 2022.
Tali risultati riguardano esclusivamente casi relativi a pratiche venatorie corrette, ed escludono i casi in cui si verifichino pratiche scorrette legate al mondo della caccia (bracconaggio, atti di violenza intenzionale) che la Cabina di Regia denuncia come atti illeciti, e altre cause difficilmente prevedibili (malori, cadute ecc..).
Questa diminuzione è stata possibile grazie ad una importante opera di sensibilizzazione sui temi della sicurezza nella pratica della caccia responsabile che il mondo venatorio ha portato avanti negli ultimi anni con impegno e dedizione.
Nonostante i risultati siano incoraggianti, comunque, il mondo venatorio rimane fermo nel sottolineare l’importanza di proseguire questo percorso per arrivare all’obiettivo più ambizioso di zero incidenti nei prossimi anni.
Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:
Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).
Link alla ricerca condotta dall’Università di Urbino: https://www.uniurb.it/comunicati/41512
Dall’analisi dell’Università di Urbino emerge, infatti, che nel periodo che va dal 1° settembre 2021 al 31 gennaio 2022 gli incidenti sono stati complessivamente 62, un numero inferiore rispetto alla stagione precedente, in cui ne sono stati registrati 74. Si rileva, dunque, un netto decremento negli ultimi 5 anni: si è passati, infatti, da 18 decessi nel 2017 a 11 nel 2022, e da 63 feriti nel 2017 a 53 nel 2022.
Tali risultati riguardano esclusivamente casi relativi a pratiche venatorie corrette, ed escludono i casi in cui si verifichino pratiche scorrette legate al mondo della caccia (bracconaggio, atti di violenza intenzionale) che la Cabina di Regia denuncia come atti illeciti, e altre cause difficilmente prevedibili (malori, cadute ecc..).
Questa diminuzione è stata possibile grazie ad una importante opera di sensibilizzazione sui temi della sicurezza nella pratica della caccia responsabile che il mondo venatorio ha portato avanti negli ultimi anni con impegno e dedizione.
Nonostante i risultati siano incoraggianti, comunque, il mondo venatorio rimane fermo nel sottolineare l’importanza di proseguire questo percorso per arrivare all’obiettivo più ambizioso di zero incidenti nei prossimi anni.
Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:
Federcaccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).
Link alla ricerca condotta dall’Università di Urbino: https://www.uniurb.it/comunicati/41512
STAGIONE VENATORIA 2023/24: LA PROVA ISPRA
(25/01/2023)
Lo scorso dicembre, il nuovo Parlamento ha dato prova di efficacia portando finalmente a casa un’opportuna modifica dell’art. 19 della legge statale, quello relativo al controllo della fauna selvatica, che da trent’anni giaceva inalterato e, pertanto, gravemente carente rispetto all’evoluzione del mondo reale, della giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale e delle popolazioni selvatiche, nonché dell’involuzione amministrativa e organizzativa dei corpi di PG delle Province, competenti in materia faunistica: senza contare il confluire del CFS nell’Arma dei Carabinieri, che non ci risulta abbia mai partecipato, né tanto meno organizzato, alcuna attività di contenimento di fauna selvatica in alcuna zona d’Italia. Il fatto che l’intervento legislativo abbia colto nel segno, è stato dimostrato dalla veemente e facinorosa reazione di molti media nazionali, ben foraggiati dai soliti animalisti e ambientalisti anticaccia che da anni ormai hanno ripreso fiato. Come si dice “cosa fatta, capo ha”. Ora, è quindi il momento di mettere seriamente mano alle procedure relative alla caccia, nello specifico quelle per i calendari venatori regionali per la prossima stagione 2023/24. Il fischio d’avvio, infatti, è stato dato: se le Regioni intendono rispettare il termine (non tassativo, si ricordi) del 15 giugno 2023 per l’emanazione dei calendari, l’intero iter è già in corso. La trafila prevede l’acquisizione dei pareri delle consulte faunistico-venatorie (o come vengono definite dalle diverse leggi regionali) ove sono rappresentate le categorie dei portatori d’interesse, poi la redazione di una proposta di calendario e, infine, la sua trasmissione a ISPRA per acquisire il relativo parere (obbligatorio, ma non vincolante). Frattanto, ove non già assolta a livello di pianificazione – tramite il piano faunistico-venatorio regionale o quelli provinciali previgenti – prosegue in parallelo anche la procedura per la valutazione d’incidenza del calendario rispetto ai siti della rete Natura 2000. Insomma, il tutto è un discreto patchwork o, per dirla semplicemente nella nostra bella lingua, è un bel minestrone, nel quale però occorre dosare ogni ingrediente con la massima attenzione. Ma rimane un collo di bottiglia: ISPRA, istituto i cui pareri per i TAR e il Consiglio di Stato sono ormai equivalenti al Verbo messianico. Ciò impone che il Ministero dell’Ambiente, cui compete la vigilanza su ISPRA e, ovviamente, le direttive e gli indirizzi di lavoro, adotti nuovi e diversi orientamenti, meno rigidi e meno avversi all’attività venatoria. perché è proprio dal livello ministeriale che ci si attende una palese sterzata, che vada a incidere su quanto ISPRA scriverà alle Regioni. Detto in parole povere: se ancora, tra qualche settimana, leggeremo pareri che indicano la chiusura della caccia all’avifauna stanziale al 30 novembre, alla beccaccia al 31 dicembre, ai turdidi al 10 gennaio, agli anatidi al 20 gennaio, l’apertura generale non prima dell’1 ottobre, la sospensione della caccia a pavoncella, moriglione, tortora selvatica e moretta, ecc. ecc. non avremo alcun dubbio che anche l’attuale Governo sarà risultato impotente a intervenire in maniera efficace. Questa dei calendari venatori sarà quindi la prima, autentica prova del nove sulla caccia per chi regge Palazzo Chigi, perché non vi sarà alcun contributo da esponenti di forze politiche diverse dalla maggioranza, come invece è accaduto nelle commissioni parlamentari competenti e in aula per la modifica dell’art. 19 della legge 157, passata con voto trasversale alla maggioranza dei partiti. Pretendiamo troppo? Non lo crediamo. Dopo almeno due decenni di tagli e di batoste, i cacciatori italiani chiedono semplicemente il ritorno dell’equilibrio e della corretta, nonché esaustiva, interpretazione dei dati, il minimo che ci si possa attendere da organismi ed enti pubblici che hanno specifico ruolo di consulenza conferito loro dalla legislazione vigente: ma che non sono il legislatore, anche questo è bene evidenziarlo. Poi c’è la vexata quaestio dei polverosi meccanismi della giustizia amministrativa, cui abbiamo già dedicato tante riflessioni e sulla quale torneremo. In bocca al lupo a tutti. (Palumbus)
SCADENZA LICENZE DI CACCIA
(23/01/2023)
Ricordiamo a tutti i possessori di porti d’armi per uso caccia o per uso tiro a volo sportivo che nel 2023 sono in scadenza quelli rilasciati nel 2017.
Inoltre, a seguito del decreto n. 104 del 10 agosto 2018 che riduceva la validità delle licenze da sei a cinque anni, anche i porti d’armi rilasciati dalla data di entrata in vigore del sopracitato decreto 14.09.2018, scadranno quest’anno; quelli antecedenti questa data manterranno invece la vecchia scadenza dei sei anni.
In caso di dubbio nel foglietto interno della licenza di caccia è riportata la validità della stessa.
Inoltre, a seguito del decreto n. 104 del 10 agosto 2018 che riduceva la validità delle licenze da sei a cinque anni, anche i porti d’armi rilasciati dalla data di entrata in vigore del sopracitato decreto 14.09.2018, scadranno quest’anno; quelli antecedenti questa data manterranno invece la vecchia scadenza dei sei anni.
In caso di dubbio nel foglietto interno della licenza di caccia è riportata la validità della stessa.
PSA
BISOGNA INVERTIRE LA ROTTA
(20/01/2023)
NOMINATA LA RESPONSABILE CACCIATRICI ANUU PIEMONTE
(03/11/2022)
L’ANUU Piemonte ha una responsabile cacciatrici: si tratta della chivassese Giulia Andreis. La nomina è avvenuta durante il convegno “Cultura rurale e politica” ad Ottiglio (AL) alla presenza del Presidente nazionale Marco Castellani, a quella regionale Alessio Abbinante e provinciale di Alessandria Paolo Pala. La nuova responsabile e campionessa nella disciplina pistola sportiva del tiro a segno coordinerà le appassionate delle attività sportive connesse alla caccia, come il tiro a volo e le prove cinofile. Benvenuta e buon lavoro!
I TRE SECOLI DEL PARETAIO CAMPORESI - SERVETTI A GALEATA
(04/10/2022)
La caccia in Romagna è stata ed è ancora uno degli elementi di unità culturale e occasione di comunicazione sociale tra persone di ogni ceto, credo politico, religioso e grado di istruzione. Di questo è convinto anche l’autore di quest’opera che, nella vita, ricopre il ruolo di biologo, docente di scienze naturali negli istituti superiori e amante del mondo venatorio, ricco di conoscenze ambientali e faunistiche grazie anche alle tante forme di caccia tra cui la cattura con le reti degli uccelli e la caccia al capanno, che sono le forme più antiche come dimostra la storia del capanno di Collina di Galeata in provincia di Forlì-Cesena. Il volume, ricco di fotografie a colori, è suddiviso in due parti: nella prima, viene analizzata e raccontata la storia lunga tre secoli (1721-2021) del paretaio delle famiglie Camporesi – Servetti, attivo a Galeata nel podere Collina vicino al Monte delle Forche fino al 1966, grazie al dottor Antonio Camporesi, poi trasformato nel corso dei decenni, nonostante un lungo contenzioso giuridico-amministrativo con le autorità, in un moderno e super attrezzato appostamento fisso dal pronipote Terenzio Maria Servetti. Nella seconda parte del libro, sono invece analizzate le tecniche di uccellagione tipiche della Romagna toscana insieme alla nascita degli appostamenti fissi e la loro evoluzione. Completano l’opera un ricco apparato iconografico, una presentazione delle specie cacciabili e del fenomeno migratorio che contraddistingue il nostro paese crocevia di rotte tra Eurasia ed Africa, fino alla legislazione venatoria dal 1721 ai giorni nostri. Un plauso va rivolto all’autore che, con questo suo lavoro bibliografico, lascia una traccia nella memoria storica dell’ornitologia romagnola che i tempi moderni stanno facendo dimenticare poiché questa scienza viene ormai condotta e condivisa attraverso le metodologie informatiche efficaci, ma prive di quel contatto umano sul campo che, in altri tempi, la caratterizzava. Un bagaglio di antichi saperi e conoscenze, che la famiglia Servetti come molti seguaci di Diana vuole conservare con determinazione. Il libro I tre secoli del paretaio Camporesi – Servetti a Galeata – La caccia in Romagna ai migratori di terra di Saverio Simeone (pagg. 220 – foto a colori – edito da Saverio Simeone) può essere richiesto direttamente all'autore attraverso la mail saveriogrotta@libero.it oppure telefonando al numero 347/5637350. (Walter Sassi)
UNO SPECIALE DEDICATO ALL’AVVOCATO GIOVANNI BANA
(14/07/2020)
È stata edita dalla Sereno S.r.l. di Milano una pubblicazione speciale sul compianto avvocato Giovanni Bana, il nostro storico Presidente onorario che ci ha lasciato il 20 marzo di questo terribile 2020 per colpa del subdolo nemico Covid-19. Grazie al contributo di amici, collaboratori, colleghi, familiari, sono state raccolte riflessioni, narrazioni, ricordi, messaggi di cordoglio, tutti a testimoniare la stima, l’ammirazione e l’affetto per uno straordinario uomo che indiscutibilmente ha fatto la storia. Nelle
trentasei pagine dello speciale dal titolo “GIOVANNI BANA, UNA VITA PER LA CACCIA IN ITALIA E IN EUROPA”
numerose immagini raccolte durante gli anni della sua incredibile storia corredano puntualmente i testi in memoria di un cacciatore, di un avvocato, di una persona dalle doti eccezionali che non si fermava mai dinnanzi a nulla. Un guerriero che ha lottato fino all’ultimo per i suoi ideali e per la sua amata caccia, senza mai arrendersi e incarnierando molti risultati. Abbiamo voluto conferirgli questo tributo perché il suo lavoro e il suo esempio non vadano dimenticati e possano servire da spunto propulsore per chi ha in mano il futuro dei cittadini-cacciatori italiani. La speciale pubblicazione può essere scaricata in formato elettronico dal link https://www.anuu.org/public/ckeditor/data/Speciale_Giovana-Bana.pdf

trentasei pagine dello speciale dal titolo “GIOVANNI BANA, UNA VITA PER LA CACCIA IN ITALIA E IN EUROPA”
numerose immagini raccolte durante gli anni della sua incredibile storia corredano puntualmente i testi in memoria di un cacciatore, di un avvocato, di una persona dalle doti eccezionali che non si fermava mai dinnanzi a nulla. Un guerriero che ha lottato fino all’ultimo per i suoi ideali e per la sua amata caccia, senza mai arrendersi e incarnierando molti risultati. Abbiamo voluto conferirgli questo tributo perché il suo lavoro e il suo esempio non vadano dimenticati e possano servire da spunto propulsore per chi ha in mano il futuro dei cittadini-cacciatori italiani. La speciale pubblicazione può essere scaricata in formato elettronico dal link https://www.anuu.org/public/ckeditor/data/Speciale_Giovana-Bana.pdf